Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 21 febbraio 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

L’inspirazione è la principale regolatrice del flusso del fluido cerebrospinale (CSF) che circola nei ventricoli cerebrali e riempie il canale centrale del midollo spinale. L’importanza della respirazione era stata ipotizzata sulla base di deduzioni fisiologiche (G. Perrella e coll.) ma accolta con scetticismo, sebbene la tesi classica della dipendenza del flusso del CSF dal battito cardiaco non fosse suffragata da soddisfacenti prove sperimentali. La scoperta del ruolo dell’inspirazione nella nostra specie è da attribuirsi a Jens Frahm, Steffi Dreha-Kulaczewski e colleghi del Max Planck e altri istituti di Göttingen (Germania), che pubblicheranno lo studio su The Journal of Neuroscience. È particolarmente interessante che, con respiri profondi, ad ogni inspirazione aumenta il flusso del fluido nei ventricoli cerebrali, mentre trattenendo il respiro il flusso si arresta. Ai noti benefici degli esercizi di respirazione, legati all’aumento di O2 al cervello e al cuore, si può aggiungere anche quello di facilitare il flusso del CSF, favorendo gli effetti legati a distribuzione e ricambio di ioni e molecole. Frahm e colleghi hanno pensato ad applicazioni della loro scoperta nella terapia dell’idrocefalo.

 

L’idea dell’area di Broca come sede della produzione delle parole potrebbe essere sbagliata. L’area corticale frontale (area 44 di Brodmann) individuata da Broca come sede della lesione che aveva causato afasia motoria in un suo paziente, ha una riconosciuta e confermata importanza per la facoltà di parlare propria dell’essere umano. Attualmente si attribuisce a questa area un ruolo di organizzazione esecutiva della parola. Uno studio, condotto da Adeen Flinker, Nathan E. Crone e colleghi, che sarà da noi recensito a breve, ha dimostrato che i circuiti di questa regione corticale mediano una cascata di attivazione dalle rappresentazioni sensoriali delle parole nella corteccia temporale alle rappresentazioni articolatorie nella corteccia motoria, ma, contrariamente a quanto fino ad oggi ritenuto, tali circuiti rimanevano quiescenti nella produzione e nell’articolazione delle singole parole.

 

La fame motiva all’acquisizione di oggetti estranei alla soddisfazione dell’appetito alimentare. La fame, intesa come spinta biologica verso l’assunzione di cibo per soddisfare il bisogno calorico-energetico dell’organismo, motiva comportamenti animali volti all’ottenimento di alimenti, ma nell’uomo può indurre ad acquisire oggetti che nulla hanno a che fare con la funzione alimentare. La presenza nelle persone affamate di questa motivazione e propensione aspecifica è stata dimostrata da cinque studi di laboratorio e sul campo condotti da Alison Jing Xu e colleghi delle Università di Sud California, Minneapolis e Hong Kong.

 

Illusioni romantiche o saggia capacità di amare? Uno studio, che ha reclutato 168 coppie di giovani sposi e le ha poi studiate per 13 anni, ha rilevato che l’ammirazione reciproca, apparentemente proposta in termini di idealizzazione del partner, garantiva una maggiore solidità della relazione nel tempo. In un altro studio longitudinale è emerso che le coppie che subito dopo il matrimonio tendevano all’idealizzazione reciproca, a 3 anni di distanza non manifestavano segni di declino nell’intensità dei sentimenti e nella solidità del rapporto. Altri studi, recentemente citati in Scientific American da Susana Martinez-Condé, direttrice di laboratorio presso il SUNY Downstate Medical Center, hanno fornito risultati simili. Un’analisi più approfondita consente di rilevare che non è decisivo l’aspetto della idealizzazione, ma una disposizione affettiva empatica improntata alla fiducia e al riconoscimento di un valore nell’altro che trascenda sia quello funzionale alla propria soddisfazione egotica, sia quello legato al ruolo sociale e al potere economico. Quando una tale disposizione è reciproca, promuove e facilita lo sviluppo di attitudini sentimentali, cognitive e comportamentali che favoriscono la crescita qualitativa del rapporto, consentendo a ciascuno di esprimere il meglio di sé.

 

Un nuovo progresso nella terapia della depressione o un tornare indietro? Annunciato da Gary Stix come una nuova speranza per le persone affette da depressione grave e intrattabile, l’uso della DBS (deep brain stimulation) correntemente limitato al Parkinson e altri disturbi neurologici, si è mostrato efficace sul 20% delle persone depresse che non avevano ottenuto miglioramenti con farmaci e psicoterapia. Anche mettendo da parte i problemi che ha la maggior parte delle persone nell’accettare l’idea di farsi impiantare degli elettrodi nel cervello, dei quali si tratta in una nostra nota del 22 novembre 2014 (Come la stimolazione spinale (SCS) allevia i sintomi motori del Parkinson), ed anche volendo considerare accettabile il rischio che il paziente sottoposto all’intervento neurochirurgico appartenga all’80% dei casi sui quali la stimolazione non ha effetto, vi sembra un progresso la base razionale dell’impiego di questa procedura per la depressione? Non tutti sanno che il procedimento ideato da Ugo Cerletti e introdotto in terapia psichiatrica con il nome di elettroshock, aveva come unica indicazione la depressione grave. Bandito come pratica disumana per gli abusi del suo impiego (correnti troppo elevate, uso per sedare pazienti eccitati, ecc.) l’elettroshock è estraneo al procedere scientifico che indaga i fini meccanismi molecolari ed elettrici, ancora in gran parte sconosciuti, di microcircuiti specializzati costituiti da oltre cento miliardi di neuroni che compongono l’architettura funzionale dell’encefalo. Il razionale di impiego della DBS, sebbene trovi una giustificazione nel potenziamento dell’attività di alcuni “circuiti scarichi”, non procede dalla conoscenza scientifica delle basi neurobiologiche della mente e, per tale ragione, non può considerarsi espressione della moderna psichiatria biologica, ma solo un rimedio genericamente fondato sull’idea della stimolazione elettrica. Rispetto al faticoso cammino di una elaborazione teorica della terapia psichiatrica, rigorosamente fondata sui risultati della ricerca, l’impiego della DBS è sicuramente un passo indietro. Compierlo potrebbe essere giustificato dall’efficacia, come quando si fa ricorso a pratiche non mediche per combattere sintomi intrattabili con i mezzi terapeutici correnti, ma vi sembra che si possa definire “nuova promessa di sollievo” un intervento neurochirurgico che attraversa tutto il cervello, impianta e lascia impiantati degli elettrodi, colloca uno stimolatore e, lasciandovi fino a nuovo intervento chirurgico in quelle condizioni, fallisce in 8 persone su 10, con un’efficacia paragonabile a un placebo?

 

Notule

BM&L-21 febbraio 2015

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